venerdì 3 giugno 2011

Adesso i fondi non ci sono più: la nostra lettera aperta

Presidente del Consiglio regionale
Presidente della Commissione Sanità
Presidenti dei Gruppi consiliari
Consiglieri regionali
Consiglio Regionale del Piemonte SEDE



Gentili Presidenti e Consiglieri,
è ormai da molti mesi che, come associazioni di volontariato e come utenti che si occupano o vivono sulla propria pelle la sieropositività da HIV, stiamo cercando un interlocutore presso l’Assessorato alla Sanità con cui dialogare, perché si trovi una soluzione all’ormai annoso problema della costruzione del nuovo Ospedale Amedeo di Savoia che, dopo oltre vent’anni dallo stanziamento dei fondi da parte dello Stato e della Regione Piemonte, non ha mai visto iniziare i lavori.
I fondi erano previsti dalla legge 135 del 5 giugno del 1990, legge inerente a un piano di interventi urgenti in materia di prevenzione e lotta all’AIDS. L’art. 2 della legge riguardava gli interventi in materia di costruzioni e ristrutturazioni edilizie di presidi ospedalieri necessari per affrontare in modo adeguato la nuova epidemia; l’Amedeo di Savoia rientrava in questi casi.
Soltanto dieci anni dopo l’emanazione della legge, i fondi sono stati stanziati: 43,5 milioni di euro dallo Stato, 6,5 dalla Regione; in totale 50 milioni di euro destinati alla costruzione del nuovo Amedeo di Savoia e alla ristrutturazione e restauro dei padiglioni esistenti.
Ma l’ospedale è rimasto tale e quale a prima, se non per minimi indispensabili interventi di manutenzione ordinaria.
L’estate scorsa sembrava che la situazione si fosse sbloccata, gli enti di varia competenza (Soprintendenza, Comune, Regione e ASL TO2), che fino ad  allora non avevano mai dato il benestare alla costruzione e ristrutturazione dell’ospedale, avevano finalmente trovato un accordo e i giornali annunciavano che i lavori sarebbero iniziati in autunno (Amedeo di Savoia, partono i restauri, La Repubblica, Sara Strippoli).

Non un mattone è stato posato. E ci teniamo a sottolineare che:

1. Il comitato scrivente ha annunciato la propria costituzione in una conferenza stampa convocata dinanzi all’ingresso dell’Ospedale il 1° dicembre 2010.  Il giorno successivo abbiamo appreso da La Stampa che il dottor Giacomo Manuguerra, Commissario dell’ASL TO2, aveva dichiarato che i 6 milioni e mezzo di euro della Regione Piemonte non c’erano più: la Regione avrebbe ritirato il finanziamento per la realizzazione del nuovo Amedeo di Savoia. Così Manuguerra affermava che sarebbe stato necessario un ridimensionamento del progetto e “se mancheranno i fondi” diceva “rinunceremo piuttosto ai lavori nella palazzina della direzione generale e sanitaria” (Non ci sono più i soldi per il nuovo Amedeo di Savoia, Marco Acccossato).

2. Il 16 dicembre leggevamo poi su La Repubblica: che tra le ipotesi avanzate dal Commissario straordinario dell’ARESS Claudio Zanon sulla riorganizzazione della rete ospedaliera vi era quella secondo la quale “Al posto dell’Amedeo di Savoia, soltanto 54 posti letto, potrebbe sorgere il nuovo ospedale Maria Vittoria”. Un suggerimento che però non entusiasmava l’assessore alla Sanità Caterina Ferrero, la quale ribadiva che “i fondi per l’Amedeo di Savoia ci sono già ed è soltanto ora di far partire un cantiere che attende da anni” (L'ARES da la pagella agli ospedali, Sara Strippoli). Tali affermazioni mai smentite e fra loro contraddittorie, non ci hanno certo rassicurano e per questa ragione abbiamo richiesto d’essere ricevuti dall’Assessore Ferrero, e anche una convocazione urgente della Consulta Regionale HIV-AIDS, per conoscere le reali intenzioni della Regione Piemonte in merito al nuovo ospedale Amedeo di Savoia.
Dopo ripetuti solleciti, il giorno primo febbraio siamo stati finalmente ricevuti presso l’Assessorato Regionale alla Sanità, in Corso Regina Margherita 153 bis, da un collaboratore dell'assessore Caterina Ferrero: il dottor Piero Gambarino. In apertura dell'incontro, il dottor Gambarino ci ha ribadito la ferma decisione dell'assessore Ferrero di attuare il progetto di ristrutturazione e ampliamento dell'Amedeo di Savoia. Riguardo al denaro ci ha confermato che quello stanziato dallo Stato (i 43,5 milioni di euro) era disponibile, mentre i fondi regionali non lo erano più. Il dottor Gambarino ci ha parlato dell’impegno a reperire la somma mancante, non nascondendo tuttavia le difficoltà nella presente congiuntura. Ha poi riaffermato la volontà che l'Amedeo di Savoia rimanga il centro regionale specialistico e la non funzionalità di una possibile frammentazione dell'assistenza e della cura in diversi presidi ospedalieri. Il dottor Gambarino, infine, ci ha informato che il progetto della ristrutturazione di parte dell'ospedale Amedeo di Savoia e la costruzione di una nuova palazzina erano stati affidati alla società S.C.R. Piemonte.

3. La Consulta Regionale AIDS, la cui convocazione era stata da noi sollecitata è stata riunita soltanto in data 3 maggio e abbiamo potuto constatare che anche su questo tema a noi caro non è stata fornita alcuna delucidazione aggiornata.  Negli stessi giorni abbiamo appreso che l’Assessore Ferrero, nel corso  di un incontro con i primari dell’ASL TO2, dichiarava che le risorse stanziate a livello nazionale per la costruzione del nuovo ospedale ci sono ancora. L’assessore, tuttavia, ammetteva che esiste un problema contabile a livello di bilancio, trattandosi di fondi molto vecchi. Problemi che la giunta regionale starebbe cercando di risolvere. Ai primari avrebbe spiegato che - pur non essendo fisicamente mai arrivati a Torino - i soldi sarebbero stati calcolati a bilancio dalla precedente giunta come se fossero disponibili, finendo però poi nel calderone dei «passivi» (Dove sono i fondi contro l’AIDS, Marco Accossato, La Stampa 13 maggio).
Queste dichiarazioni ci hanno messo in allarme.  Abbiamo richiesto nuovamente una convocazione della Consulta Regionale HIV/AIDS: fino ad oggi non abbiamo avuto risposte. Gli ultimi avvenimenti che hanno coinvolto i vertici dell’Assessorato alla Sanità hanno fatto sorgere in tutto il Comitato una grande preoccupazione ed è stato deciso uno stato di agitazione permanente.

4. Il 1° di giugno, infine, su La Stampa leggevamo che il nuovo Amedeo di Savoia non si farà: “Non ci sono più fondi”. Lo attesterebbe un documento inviato dal settore Politiche Investimenti della Regione al direttore generale della Sanità, Paolo Monferino, e al commissario dell’Asl To2, Giacomo Manuguerra. I 43,5 milioni di euro stanziati dallo stato “Sarebbero stati messi virtualmente a bilancio per altri obiettivi sanitari in un momento di bilanci in profondo rosso («Dalla passata giunta», sottolinea già qualcuno).  Destinati a chissà che cosa, pur trattandosi di fondi vincolati a un preciso fine: la lotta all’Aids” (L’ospedale non si farà “Sono spariti 43 milioni”, Marco Accossato.

Per queste ragioni ci rivolgiamo a tutti Loro, perché ci aiutino a fare finalmente chiarezza, a capire che fine abbiano fatto i 43,5 milioni di euro stanziati dallo stato e destinati alla realizzazione del Nuovo Amedeo di Savoia e per sollecitare un dibattito e decisioni che portino a una soluzione che non penalizzi ancora una volta i malati della nostra regione.

Certi che la Loro sensibilità raccoglierà le nostre preoccupazioni e pronti a portare in modo ancora più dettagliato le necessità dei pazienti legate allo stato di incertezza sul futuro dell’Amedeo di Savoia, cogliamo l’occasione per porgere Cordiali saluti.